mercoledì 14 gennaio 2015

Partire per l'estero: piccoli consigli pratici

Ciao, questo post è per te che stai pensando di andare a cercar fortuna all'estero. Sì, proprio tu che hai sentito parlare di questa fantomatica “gente che emigra” e ti sei fatto delle idee a riguardo, ci vorresti provare ma sei dubbioso, hai un po' di paura, non sai bene cosa decidere. Ci rimugini su, guardi qualcosa su Internet, cerchi pareri. Mi sembra di vederti, al di là dello schermo: hai tra i venti e i quarant'anni anni, sei probabilmente laureato, ti ingegni per sbarcare il lunario e non hai un lavoro che ti permette di essere indipendente. L'Italia non è che offra troppo in questo periodo, anche la situazione globale è quella che è, la gente s'arrangia a campare e il futuro sembra piuttosto incerto. I tuoi, loro hanno vissuto in un periodo diverso, il periodo in cui ci si poteva permettere di pagare il mutuo e la pensione era più o meno sicura, le fabbriche assumevano, ci si comprava la macchina, ci si concedeva qualche lusso, non c'era l'euro, la maggior parte dei contratti di lavoro era a tempo indeterminato e un'attività individuale rappresentava un investimento abbastanza sicuro. Certo, hanno lavorato un sacco e hanno fatto tanti sacrifici, ma sudando hanno costruito qualcosa, qualcosa che oggi sembra così difficile, quasi impossibile per alcuni. E tu continui a sentire di questi che se ne vanno, pensi che siano pazzi o coraggiosi, qualcuno di loro lo conosci anche di persona e ogni tanto lo contatti, gli chiedi com'è e lui ti dice che è meglio. Te ne vuoi andare, anche solo per un periodo breve, anche solo per vedere di persona se è vero, se ce la puoi fare, ti vuoi mettere alla prova.



Sì, ma se poi fallisci? Che succede?

Ecco, ti voglio subito tranquillizzare su questo primo aspetto. Se fallisci non succede niente. Non stai andando in guerra, non stai partendo per un altro pianeta, non ti stai recando a esplorare territori non civilizzati. Il massimo che ti possa accadere è di non raggiungere l'obbiettivo che t'eri posto, e in quel caso torni a casa e stop. Avrai speso qualche soldo, ma quello devi metterlo in conto. Nessuno ti chiamerà “fallito”, e quelli che lo faranno non ne avranno titolo. Questa cosa, se la vuoi fare, riguarda solo te. E non ci sono dei punteggi da totalizzare, non c'è qualcuno a cui rendere conto. Se lo decidi te ne assumi tutte le responsabilità, e sei quindi l'unico che potrà tirare le somme alla fine. Ci siamo capiti? Bene, rilassati adesso, ché mi sembri una cazzo di matricola universitaria al primo esame della facoltà di medicina.





Tra Londra e Dublino, ragazzo mio, sono quasi due anni che vivo e lavoro all'estero. Non è sempre facile e non è sempre bello, è una vita totalmente diversa da quella che facevo in Italia ma mi permette di pagarmi l'affitto, comprarmi quello che mi serve, bere quanto voglio, fare qualche viaggio e sentirmi tutto sommato a posto con me stesso. Ho pure degli amici, conosco gente, faccio cose. Non ti dirò che vivo un sogno, perché non è vero. Faccio la vita normale di un ultratrentenne. Quella che non potevo permettermi di fare in Italia, perché con la mia laurea in lingue e letterature straniere mi ci sarei potuto pulire il deretano e non mi andava di lavorare tutta la vita nei call center per trecento euro al mese o svegliarmi sei mattine su sette alle due e mezza per scaricare cassette di frutta ai mercati generali, certi mestieri li ho fatti per un certo periodo e ho deciso che non volevo farli più. Santi in paradiso non ne ho, e se anche ne avessi avuti non avrei chiesto favori. Ho preso e me ne sono andato. Due volte. Ti spiego, senza pretendere di essere un maestro di vita, come puoi muoverti se vuoi provarci anche tu.



Primo: chiediti se ne vale la pena. Cosa lasci in Italia? Un lavoro decente? Una ragazza? Delle possibilità di carriera? Degli studi non completati? Se hai delle cose in ballo il mio consiglio è di risolverle, non vuoi partire con dei rimpianti che ti appesantiranno durante un periodo che si preannuncia già difficile. Non tutti sono costretti a partire, l'Italia è piena di gente che si riempie la bocca di frasi tipo “ormai non ci resta che emigrare”, “il governo fa schifo, devo andarmene da qua”, “basta, tra un anno io sto a Dublino/Berlino/Londra/Parigi/Madrid/Amsterdam ecc”. Sai una cosa? La maggior parte di loro non prenderà mai quell'aereo. Il parlare di andarsene è un'evasione mentale che si concedono ben sapendo di avere tutte e due le scarpe piantate in Italia, fanno castelli in aria come io potrei dire che prima o poi mi tromberò Eva Green. L'Italia offre anche delle possibilità a chi ha il curriculum giusto, non scartare a priori il tuo paese. Prendi in considerazione l'idea di partire solo se sei infognato qui senza una via d'uscita o se vuoi concederti un periodo di vita all'estero senza troppe pretese, oppure se sai che all'estero avrai concretamente più possibilità nel tuo campo lavorativo. Se hai meno di trent'anni fare il barista o il cameriere a Londra per dieci ore al giorno non ti ucciderà. Ma se ne hai di più forse è meglio che ti concentri su altre opzioni, ché a mio parere quella non è una vita adatta a chi si vuole costruire un futuro.



Secondo: non dar retta a nessuno. Nemmeno a me, non del tutto almeno. Sentirai e leggerai pareri assolutamente discordanti riguardo le esperienze all'estero. Ci saranno quelli che ti diranno che è un inferno e quelli che sono invece entusiasti, ci saranno perfino quelli che non si sono mai mossi dal bar sotto casa e che pretendono di sapere come vanno le cose per sentito dire o perché leggono qualcosa su Internet.

“Lascia perdere, il gioco non vale la candela.”

“Che fai ancora in Italia? Vieni qui, si vive da Dio!”

“Ma dove cazzo vuoi andare? Ma lo sai che anche lì c'è la crisi?”

“Qui sono diventato ricco!”

“Il mese prossimo torno. Non posso più pagare l'affitto.”

“Mi sono appena comprato la casa. In Italia non riuscivo neanche a pagare le bollette.”

Il cognato di un mio cugino di sesto grado ci ha provato. È finito a dormire in un cartone per strada e a combattersi il cibo coi cani randagi.”

'Fanculo. Sul serio, amico, mandali a fare in culo. Non chiedere, non fidarti, vai dritto per la tua strada. Non è vero che all'estero tutti fanno i camerieri, non è vero che la crisi è uguale dappertutto, non è vero che si riesce a malapena a far quadrare le spese. Ogni persona avrà una storia diversa da raccontare, perché ci sono in gioco così tanti fattori e così tante variabili da rendere perfettamente inutile confrontare le esperienze. Lavora su te stesso, preparati, rifletti. Parti dal prenotare il biglietto aereo e l'ostello. Fallo almeno tre mesi prima, così li pagherai di meno e in più ti darai una scadenza e avrai il tempo di organizzarti, è il primo passo per andarsene sul serio. Se hai deciso, non rimandare. Un bel respiro, il sito di una compagnia low-cost e via, hai già iniziato.



Terzo: scegli bene la destinazione. Londra non è Dublino, Berlino non è Madrid e Praga non è Stoccolma. Scegli la città in base a quel che pensi che potrà offrirti, documentati sull'offerta di lavoro che c'è per stranieri, sul welfare, sulle attuali condizioni economiche, sul tasso di disoccupazione, sul costo della vita rapportato agli stipendi. In questo Google sarà un prezioso alleato, non andare allo sbaraglio. Spulcia i siti governativi e informati sui permessi che ti servono per lavorare, contatta le ambasciate, inizia a sondare il terreno rispondendo a qualche annuncio d'impiego.

Ti sei già rotto il cazzo, vero? E non sei nemmeno partito. Te lo voglio dire, fratello, sarà dura all'inizio. Quindi fai così: visualizza la scena iniziale di Full Metal Jacket, hai presente? Devi avere il sergente Hartmann che ti urla nella testa ventiquattrore su ventiquattro sette giorni su sette, devi ripeterti il suo monologo allo specchio, al cesso, prima di andare a dormire. Non c'è altro modo. Fidati, lui ti aiuterà.







Quarto: il budget. Duemila euro sono il minimo. Risparmiali, mettili da parte, ti serviranno per i primi tempi. Molto probabilmente il lavoro non sarà lì ad aspettarti quando arrivi e per un certo periodo sarai disoccupato, intanto dovrai comunque mangiare, spostarti, avere un tetto sopra la testa. I soldi vanno via con una velocità impressionante quando sei all'estero e cerchi ancora un impiego, devi essere sicuro di poter contare su un budget che ti permetta di poter restare almeno un paio di mesi. Parti solo quando hai abbastanza soldi. Puoi fare un progetto a lungo termine mentre sei ancora in Italia, sulla base del tempo che ti serve per mettere insieme il capitale. Se sei all'estero e non hai ancora un lavoro non sprecare denaro, gli sfizi te li toglierai appena inizierai a guadagnare. Se non hai una base economica decente rimanda la partenza. Rischieresti di restare troppo poco tempo, e il tempo è ciò che ti serve per avere successo.



Quinto: i tempi duri. E daglie. Inizio a starti antipatico, vero? Ma lo faccio per il tuo bene, per prepararti a quel che ti aspetta. Ne ho vista di gente arrivare qui con la voglia di spaccare il mondo e tornarsene a casa davanti alla prima difficoltà, non voglio che succeda anche a te. Quindi, spalle larghe e preparati a sopportare il clima freddo dei paesi del nord Europa (sì, è lì che di solito c'è il lavoro), preparati a dormire poco e mangiare male, a contarti gli spiccioli per non restare in bolletta, a camminare fino a consumarti le suole. Preparati all'inevitabile solitudine dei primi tempi e alle telefonate con tua madre che ti faranno star male, alle noie burocratiche e alle porte sbattute in faccia, alle giornate in cui non sei riuscito a muoverti di un passo e ti sembra di non avere nessuna chance. Devi essere forte, perché questa non è una vacanza. Se sei fortunato avrai una ragazza che è partita con te e vi dividerete il peso di questi giorni, oppure un amico che è già lì e ti aiuterà ad ambientarti. Ma se vai da solo non avrai che te stesso, ed è su te stesso che dovrai contare. Ce la farai, non è una cosa impossibile, ce la fanno in tanti. E poi, lo sai cosa viene dopo i tempi duri? I tempi migliori. Quindi preparati a lottare, ma resta positivo. Sorridere delle piccole avversità che ti capiteranno ti aiuterà ad avere uno sguardo diverso nei confronti di tante cose.



Sesto: la lingua. A Londra, se lavori nella ristorazione, non avrai bisogno di essere fluente nella lingua d'Albione. In Irlanda le compagnie come quella per cui lavoro ti fanno passare attraverso vari test e colloqui telefonici in inglese prima di chiamarti per l'interview faccia a faccia. In Germania si parla perlopiù tedesco, sappilo. Pare che in Francia parlino il francese e in Spagna lo spagnolo. Non pensare di potertela cavare ovunque tu vada con quattro parole stentate in inglese, non è vero. La conoscenza della lingua sarà fondamentale per la tua riuscita, a meno che tu non cerchi un lavoro dove ti comandano a gesti. Se sai di non essere fluente prima di partire considera la possibilità di frequentare  un bel corso di lingua straniera, sono soldi spesi benissimo e ti darà molte più chance di successo, la gente nei paesi esteri si aspetta che se tu sei lì parli la loro lingua. Anche nei rapporti sociali vale lo stesso. Non ti illuderai che le ragazze si innamorino della tua bella faccia, spero. Ci devi parlare, o sarai sempre tagliato fuori. Costruisciti una base linguistica, poi la migliorerai stando lì. Se parli male anche l'italiano resta a casa e iscriviti a una scuola serale.



Settimo: il curriculum e i colloqui. Manderai tonnellate di curriculum e passerai i primi tempi a fare colloqui. Questa è già una buona cosa, perché all'estero almeno ti chiamano per le job interview. Fatti un esame di coscienza e rifletti su quali skills puoi offrire. Se cerchi un lavoro generico come barista, cameriere o lavapiatti Londra andrà benissimo, se invece hai qualifiche in settori più specifici potrai guardare quale paese richiede figure professionali come la tua e decidere di conseguenza. Prepara un bel curriculum chiaro, conciso e onesto, informati se il paese di destinazione accetta i CV in formato europeo o UK, scrivi una lettera di presentazione in cui parli di te e di quello che credi ti renda adatto per il lavoro. Non sparare cazzate nel curriculum, perché molto spesso controllano le referenze. Studia il tuo CV e imparalo come l'Ave Maria, sii convinto delle esperienze che hai menzionato, non mostrare incertezze quando ti siedi di fronte al tuo potenziale datore di lavoro. Vestiti bene quando fai il colloquio, con la cravatta, sorridi, mostrati entusiasta e fai capire che sei lì perché il lavoro lo vuoi, non tanto per provare. Informati sul posto di lavoro e sulla compagnia che lo offre e mostra di conoscerli, discuti, fai domande, rilancia il discorso. Non è un'interrogazione a scuola, è un dialogo e vogliono vedere che sei intraprendente. All'inizio avrai paura, ma dopo un paio di colloqui sarai okay. Il primo rifiuto non deve buttarti giù, è normalissimo, ma con costanza e un po' di fortuna riuscirai, te lo assicuro. Ti incollo qui qualcosa che potrà servirti.


 Modelli di CV Europeo di vari paesi


Ottavo: la casa. Dovrai vivere da qualche parte, lo sai vero? E lo sai che non ci sarà la mammina a portarti il lattuccio in camera e a cucinarti la pasta al forno, i panni non si laveranno da soli e i pavimenti non si puliranno per magia. Condividerai la casa con altre persone, e il più delle volte odierai questa cosa. Bagno in comune, cucina in comune, regole da rispettare, spazzatura da portar fuori: sono tutti cazzi tuoi, non si scappa. O così o niente, ragazzo, perché dubito che tu possa pagare ottocento o mille euro al mese per un appartamento singolo. Ti toccherà cercarti una casa, e in quest'ambito troverai quasi più concorrenza che nel lavoro, ovunque tu vada, perché ormai emigrano tutti e la domanda di alloggi è così alta che i proprietari possono permettersi di scegliere a chi affittare. Il consiglio è quello di spulciare più volte al giorno i siti di annunci di affitti e prendere più appuntamenti possibile, portarti dietro il denaro cash e bloccare la stanza nel caso ti piaccia. Tieni presente che il primo mese dovrai pagare doppio: un mese di affitto anticipato e un altro mese di caparra, quindi torniamo al discorso del budget. Non prenotare e non dar soldi a nessuno mentre sei ancora in Italia, ci sono truffe famosissime a riguardo. La casa la devi vedere con i tuoi occhi e la persona che te la affitta deve ispirarti fiducia. Da come vivrai in questa casa dipenderà l'ottanta percento della tranquillità della tua vita all'estero, dunque scegli bene. Cerca di trovare una zona non troppo costosa ma ben collegata al centro, cerca di capire con che gente andrai a vivere, informati sulla durata del contratto, sulle spese aggiuntive (internet, luce, riscaldamento ecc.), e fa' la scelta che ti sembra migliore. Se non trovi subito ciò che ti sembra fare al caso tuo arrangiati. Io ho dormito per quasi un mese su divani e in stanze di altre persone, ospitato dal buon cuore di gente che ho conosciuto qui. L'ostello è caro, non vuoi starci per più di una settimana.



Bene, ti sembra difficile, vero? Scommetto che ti è già passata la voglia. Vivere all'estero non è una favola, e prima di costruirsi una quotidianità decente passerà del tempo. Ma quando ce l'avrai fatta credimi, non vorrai più tornare indietro. Amerai la tua indipendenza e conoscerai tanta gente, imparerai a venir fuori da qualsiasi situazione e crescerai tanto, guadagnerai più soldi e potrai fare cose cui prima nemmeno ti permettevi di pensare, migliorerai come persona, sarai più forte e scoprirai culture diverse dalla tua con le quale ti piacerà confrontarti. Ricorda: non sei obbligato ad andare in un altro paese, e se lo fai puoi tornare quando vuoi. Ma se lo fai fallo con la coscienza di vivere un'esperienza che sarà unica, pronto ad affrontare le difficoltà e a godere di ogni singolo momento positivo che la vita ti regalerà, consapevole che questi giorni non torneranno. La tua città sarà sempre lì ad accoglierti, ma intanto stai vedendo il mondo. Se dopo questo articolo ci stai ancora pensando, forse sei sulla strada giusta. Io faccio il tifo per te, perché ti conosco, so cosa vuol dire vedere l'estero come ultima possibilità e quanto sia difficile reinventarsi da zero quando hai davanti un vicolo cieco. Buona fortuna, ragazzo. Fammi sapere come va. Brindo alla tua, e spero che un giorno, ovunque tu vada, possa essere felice.

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