Oh, ieri sera mi sono divertito. Dopo
nove ore di lavoro me ne sono andato prima in palestra e poi in
centro, ho mangiato junk food e poi mi sono ficcato al sempre mitico
Gypsy Rose per farmi una santa bevuta. Di sotto suonavano questi tre
brutti ceffi di Cork chiamati Crow Black Chicken: southern rock
sporchissimo, camicie da boscaioli e barbe da rednecks, una band
fenomenale. Pieno così di gente, fan con le loro magliette, prima di
loro un vecchio bluesman che suonava una chitarra costruita con i
pezzi di una credenza e batteva il tempo su una grancassa ricavata da
una valigia. Cristo, mi sono detto, la serata promette bene. E
infatti i Crow Black Chicken hanno spaccato il culo ai passeri,
offrendo un concerto che valeva ognuno degli otto euro spesi per
vederli.
Dopo lo show è arrivato il dj a
mettere su le canzoni metal, ed è stato allora che, particolarmente
di buon umore e forte di un fascino direttamente proporzionale
all'alcol ingerito dalla popolazione femminile presente in loco, sono
riuscito a rimediare una sfitinzia la quale, nella migliore
tradizione irlandese, si è rifiutata a più riprese di rivelarmi il
suo nome. Ho anche rivisto il mio amico Chris, che non avevo ancora
beccato dal ritorno a Dublino, e abbiam tirato tardi nonostante la
mia stanchezza mortale derivante dall'aver passato circa
ventiquattr'ore fuori casa dedicandomi ad attività esecrabili. L'età
avanza, ragazzi, ma si tiene botta. Un paio d'anni di questa vita e
mi rottamano senza incentivi, ma nel frattempo me la godo.
Oggi vi parlo di tre libri molto belli.
Un genere letterario che mi ha affascinato ultimamente è quello che
parla di gangsters. Non dei super boss come Al Capone o Pablo
Escobar, quelli che dettano le regole del gioco e detengono il potere
di enormi organizzazioni criminali, quelli che scatenano guerre e
stringono alleanze, che corrompono politici e fanno un sacco di
soldi. No, i gangsters che mi interessano di più sono i soldati
semplici, i sicari, quelli che le regole della malavita le subiscono
e le guerre le combattono in prima persona, quellli che le mani se le
sporcano sul serio e finiscono spesso per diventare famosi senza però
raggiungere i livelli più alti della piramide alimentare. Gente come
Salvatore “Sammy Bull” Gravano, che iniziò come ladruncolo e
pugile da strada fino a diventare la guardia del corpo del boss Joe
Colombo negli anni '60 e un affiliato della famiglia Gambino, o come
Joseph “The Animal” Barbosa, chef sopraffino con tanto di diploma
in French Cuisine e sicario al soldo della mafia del New England.
Gentaglia, sia ben chiaro, uomini da non ammirare e da assicurare alla
giustizia, ma figure in qualche modo interessanti che sembrano uscite
dalle pagine dei libri o dalle sceneggiature dei film. E di questi
personaggi molti libri sono pieni. Oggi ve ne presento tre.
Il primo romanzo di cui voglio parlare
è Così si muore a God's Pocket di Peter Dexter.
Trama: Leon è un giovane pigro e
scapestrato che passa da un impiego all'altro senza alcun successo,
un fallito che si dà arie da ribelle, un figlio irrispettoso nei
confronti della madre. Lavora come muratore in un cantiere; “lavora”
per modo di dire, visto che arriva sempre tardi, non si impegna e si
permette pure di rispondere male ai colleghi più anziani e perfino
al caposquadra. Un giorno, tanto per fargli capire come va il mondo,
lo fanno secco lì nel cantiere, fracassandogli la testa. È
un errore, un momento di poca lucidità, un gesto istintivo compiuto
dal vecchio e pacifico Lucy, l'uomo più buono e tranquillo del
mondo. Lucy perde le staffe per un secondo e Leon è morto. Qualcuno
lì al cantiere monta un incidente per insabbiare il tutto, ma
due persone non sono convinte che sia andata così. Una è l'ambiguo,
depresso e disilluso reporter Richard Shelburn, che ha fiutato lo
scoop. L'altra è Jeanie, la madre di Leon. Jeanie coinvolge nella
ricerca della verità il suo compagno, Mickey Scarpato, il quale si
ritrova suo malgrado immischiato in una storia di cui avrebbe
volentieri fatto a meno. Sì, perché Mickey ha già i suoi problemi:
per lavoro si occupa di rifornire di carne vari posti, e quello è un
racket che appartiene alla Mafia, con cui Mickey ha inevitabilmente
dei contatti. Mickey è un brav'uomo, di quelli tutto cuore e niente
cervello, e per aiutare la sua donna a far giustizia sulla morte del
figlio si metterà nei casini, finendo a girare coi gangsters e
ritrovandosi dritto nel mezzo di faide e regolamenti di conti
Commento: inizio col dire che Dexter è
stato per me una felice scoperta, uno scrittore di quelli che sanno
raccontare senza la voglia di sorprendere a tutti i costi, il
classico autore che se ne sta “dietro le quinte” del romanzo
lasciando che i personaggi e la trama procedano da soli, senza
acrobazie stilistiche o digressioni di alcun tipo. Dexter non ti fa
la morale, non pretende di dare un senso a ciò che accade nei suoi
scritti e non giudica. Dexter mette i fatti nero su bianco,
dall'inizio alla fine, prende un plot semplice e lo trasforma in uno
specchio che riflette la vita. La morte del ragazzo in questo libro è
solo l'inizio di una storia che ci aiuta a gettare uno sguardo
sull'animo umano, soprattutto su quella parte di esso che a volte è
così nascosta da apparire insondabile, indicibilmente privata. C'è
l'amore ostinato di una madre per un figlio che nessuno oltre a lei
ha mai amato, e c'è la voglia di rivalsa di un giornalista da
quattro soldi che si è incattivito col mondo e beve per dimenticare
se stesso. C'è la testarda cocciutaggine da mulo di Mickey, che
cerca di vedere la vita come un insieme di semplici regole che però
gli sfuggono di mano, e c'è la riflessione del vecchio Lucy sulla
sua colpa, una colpa che né Dio né gli uomini hanno il diritto di
giudicare. C'è anche tanto humor, tanti dialoghi che fanno ridere e
tante botte, c'è il mondo grossolano, ottuso e in fondo anche comico
dei mafiosi italoamericani, ci sono una vecchia cazzutissima e un
killer mandato a fare un lavoro sporco. Attraverso questi personaggi
Dexter tratteggia uno scorcio di provincia americana con grande
onestà, mettendo gli uomini e le donne sotto la lente di
ingrandimento e mostrandoceli per quello che sono, con le loro
debolezze, i loro difetti e le loro angosce. Non ci sono eroi a God's
Pocket. Solo gente normale. Quella che in fin dei conti affascina
sempre.
Il libro scorre via che è un piacere e
si divora come una buona portata che alla fine ti lascia soddisfatto
anche quando hai ormai lavato il piatto e 'hai riposto nella
credenza. Questo è il romanzo d'esordio di Peter Dexter come
scrittore. Recentemente ne ho comprato un altro che devo ancora
iniziare, ma mi aspetto grandi cose.
Il secondo romanzo è Ballata irlandese
di Adrian McKinty, autore nato a Belfast, che con questo romanzo si
presenta al pubblico italiano grazie alla BUR che lo traduce per la
prima volta nella lingua di Dante.
Trama: L'anno è il 1992. Michael è un
ragazzo ventenne che vivacchia nella grigia Belfast grazie a qualche
lavoretto e al sussidio di disoccupazione. Un giorno fa una cazzata e
deve lasciare il paese, prende un aereo e atterra a New York, dove il
cattivissimo boss Darkey White gli offre un lavoro come scagnozzo
nella Irish Mob, la malavita irlandese. Michael instaura fin da
subito un rapporto conflittuale con il suo capo, basato tanto sul
rispetto e l'ammirazione quanto sulla voglia di fargli le scarpe (e
le corna), cosa che lo porterà a trovarsi nei guai. Michael è
convinto di essere un duro, e perdipiù un furbo, si mette in testa
di farsi strada fino ai vertici dell'organizzazione e inizia a salire
i gradini della gerarchia. Ma Darkey, neanche lui è uno stupido, e
si prenderà la sua vendetta. Per Michael inizierà un incubo che lo
precipiterà nell'inferno del Messico, dal quale per uscire vivo
dovrà lottare con le unghie e i denti, perdendo la sua anima e anche
qualcosa di più.
Commento: se avete amato The
Departed di Martin Scorsese qui troverete quelle stesse atmosfere,
lo stesso mondo della mafia irlandese e le stesse guerre tra gang che
insanguinavano le strade americane negli anni '90. McKinty ci mostra
tutto questo attraverso gli occhi dell'ultima ruota del carro di
un'organizzazione che combatte a suon di bombe e pallottole per
conquistarsi la sua fetta di territorio a New york, e lo fa con uno
stile duro e veloce che non lascia spazio a momenti di tregua né a
cadute di tono. Essenziale, la scrittura di McKinty dipinge con crudo
realismo il microcosmo degli irlandesi trapiantati in America e
inglobati nel mondo del crimine, con uno sguardo attento tanto alle
regole della “famiglia” quanto allo squallore della vita di
Michael, costretto a iniziare la sua avventura negli USA dal
pidocchioso monolocale che Darkey gli ha trovato. È
una storia che parla di ambizione e violenza, di voglia di riscatto e
bestialità, di un amore impossibile e di un fato già scritto. La
parte centrale ambientata in Messico è onestamente un capolavoro di
thrilling e inumanità, non svelo troppo ma vi ritroverete a soffrire
con Michael e a mordervi le labbra assistendo ai suoi disperati
tentativi di salvarsi la vita e tornare in America. Un libro che, a
differenza di quello di Dexter, si concentra totalmente sul
personaggio principale, ma che in comune con Così si muore a God's
Pocket ha la schiettezza di raccontare una vita destinata al
fallimento senza moralismi né pretese di profondità. La storia nuda
e cruda, com'è giusto che sia. Pollice in su per McKinty, del quale
iniziano ad essere tradotti in italiano altri lavori.
Terzo e ultimo
libro è L'inverno di Frankie Machine, di Don Winslow.
Trama:
Frankie Machine ha sessantadue anni. Gestisce un negozio di esche sul
molo di San Diego, fa surf e si tiene in forma, ha una figlia
all'università, una ex moglie e una fidanzata molto più giovane di
lui. Ha anche degli amici, non molti, ma gente con cui ogni tanto può
scambiare due chiacchiere. Ma soprattutto Frankie Machine ha un
passato come killer della Mafia, un passato che ritorna nonostante
lui abbia cercato seppellirlo. Frankie viene contattato per risolvere
una lite tra famiglie rivali, e non può rifiutare. Mentre fa questo
scopre che qualcuno lo vuole morto, e per salvarsi la vita dovrà
tornare a essere Frankie “La Macchina”, in una partita in cui in
gioco ci sono la sua vita e quella delle persone a lui vicine.
Commento:
Don Winslow lo conoscete, vero? Se non lo conoscete è un guaio
ragazzi, perché Winslow scrive da dio. Winslow è duro come un pezzo
d'asfalto e sa essere freddo come la carne dei cadaveri di cui
dissemina i suoi romanzi, ha una conoscenza sterminata del mondo del
crimine e la dimostra tratteggiando personaggi che più che da un
libro sembrano usciti direttamente da una cella di prigione. I libri
di Winslow non li puoi mollare, devi finirli in poche ore, e questo
non fa eccezione. L'inverno di Frankie Machine ci risucchia in una
spirale di antichi odi e nuovi conflitti, dal quale questo vecchio
addestrato per uccidere dovrà uscire grazie al suo cervello, al suo
istinto e alle abilità acquisite facendosi le ossa come scagnozzo e
sicario. Il romanzo è un alternarsi di narrazione al presente e
flashbacks della gioventù malavitosa di Frankie, con picchi di
ferocia che colpiscono come pugni nello stomaco. La Mafia americana,
quella vera, quella che non perdona e agisce secondo schemi
consolidati nei secoli, è tratteggiata fin nei minimi particolari
attraverso lo sguardo e i ricordi di chi l'ha vissuta per gran parte
della sua esistenza con in mano una pistola, un gregario che a suon
di lavori sporchi è diventato una leggenda vivente. Ma Frankie non è
più quello di una volta, Frankie oggi vorrebbe solo starsene
tranquillo. Il contrasto tra l'uomo che è diventato e quello che era
e che deve tornare a essere emerge in tutta la sua drammatica
difficoltà nel corso delle pagine di questa storia cupa e in qualche
modo epica, dando vita a un piccolo capolavoro che lascia
assolutamente soddisfatti e si piazza a pieno titolo tra i capisaldi
del genere. Questo è stato il primo romanzo di Winslow che ho letto,
altri hanno seguito. Consigliatissimo, un must se se vi piacciono il
genere hard boiled e le storie di gangsters.
Finito.
Ora si va a pranzo e poi a fare la spesa e poi ci si rilassa. Buona domenica!
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