Prima di iniziare, due parole sul banner
che vedete nella sidebar del blog: si tratta del mio nuovo romanzo,
un pulp/thriller umoristico ambientato nel sud Italia. Chi l'ha letto
finora ne è rimasto positivamente impressionato, si tratta anche di
un romanzo piuttosto autobiografico per certi versi, differente dalle
cose che ho scritto in precedenza e che scrivo di solito. Scazzottate, criminali, droga e situazioni al limite dell'assurdo, roba che qualcuno (forse dopo aver fumato roba buona) ha paragonato a una sceneggiatura di Tarantino e altri all'Ispettore Coliandro di Lucarelli. Se ci
cliccate sopra vi porta alla pagina Amazon dove lo potete acquistare
in formato ebook a un prezzo decisamente contenuto, e se decidete di
farlo mandatemi pure due righe per farvi sapere se vi è piaciuto.
Stop alla pubblicità, parliamo della miglior serie TV degli ultimi
tre anni. Parliamo di Banshee
e dei motivi del suo successo.
Prodotto
dalla Cinemax e creato da Jonathan Tropper e David Schickler della Your
Face Goes Here, Banshee narra
le gesta di un ex-galeotto incarcerato per furto (di cui non
conosceremo mai il vero nome) che, scontata la condanna, si reca in
una cittadina della Pennsylvania (Banshee, appunto) per rivedere la
sua vecchia amante e complice, che adesso ha cambiato nome, uomo e vita. Da
qui, fin dalla prima puntata, una serie assurda e convulsa di eventi
lo porterà a ritrovarsi a impersonare il defunto sceriffo locale
Lucas Hood, e a dividersi tra una vita al servizio della legge e
un'altra parallela, in cui continua la sua attività di ladro. La sua
indole inquieta lo porterà a farsi un fottìo di nemici di quelli
brutti e cattivi, ma brutti e cattivi davvero, mentre tramite
flashbacks recuperemo il suo passato e tutto il dolore che ha dovuto
sopportare quando era più giovane. Intanto scoprirà anche di essere
padre, e dovrà gestire il difficile rapporto con una figlia
adolescente e ribelle che fino ad ora ha ignorato la sua esistenza.
Se vi
sembra una storia semplice e tutto sommato non tanto originale, be',
vuol dire che non avete guardato la serie. A partire da questo plot
Banshee si sviluppa in
così tante situazioni e sottotrame da costituire una sorpresa
continua, un vero capolavoro di sceneggiatura che solo in alcuni
brevi punti della seconda stagione accusa piccoli cedimenti,
riprendendosi poi alla grande nella terza. Inutile parlare della
prima stagione, perché è a mio parere un capolavoro assoluto.
Il cast:
Senza
pescare nomi di grido, Banshee si
dota di una squadra di attori assolutamente fantastici e
perfettamente a loro agio nei ruoli che interpretano. Prendiamo
Lucas Hood, interpretato da Anthony
Starr: Starr ha tre
espressioni davanti alla macchina da presa: quella in cui è
incazzato prima di rompere il culo a qualcuno, quella in cui sta per
piangere e fa gli occhioni da cerbiatto e quella in cui sorride e gli
si vedono tutte le rughe intorno agli occhi. Eppure il personaggio
gli calza a pennello, cucitogli addosso con maestria innegabile, al
punto che per questo attore sarà difficile intrepetare altri ruoli
senza che il pubblico si aspetti di vederlo comportarsi come Hood.
Hood al termine della scazzottata quotidiana
E
che dire di Hoon Lee nei
panni del gayssimo Job, l'amico di sempre di Hood, mago dei computer,
esperto di arti marziali e fanatico di moda? Ogni maledettissima
battuta di Lee fa scompisciare dalle risate, al punto che nei pochi
episodi in cui non appare la sua assenza si nota eccome, ogni sua
singola apparizione sulla scena, espressione facciale o gesto è
studiato nei dettagli per conferire profondità al personaggio.
Job in uno dei suoi outfit più sobri
Per
non parlare di Ulrich
Tomsen (nei panni del
boss criminale olandese Kai Proctor), che con il suo sguardo di
ghiaccio e il suo parlare tagliente riesce a farsi amare e odiare
allo stesso tempo.
Quando non ficca qualcuno nella tritacarne del suo mattatoio, Kai Proctor appare una persona del tutto normale
Sono solo tre esempi, ma spero che bastino per farvi un'idea del
lavoro che c'è dietro alla scelta di questo cast, meticoloso a dir
poco. E poi, seguendo a parlare di questo, una nota a parte la
merita...
Il cast
femminile:
Semplicemente,
in Banshee ci sono le
attrici più fighe mai viste sul piccolo schermo. Punto. Da Ivana
Milicevic (Anastasia/Carrie, la
donna di Hood) a Trieste
Kelly Dunn (la poliziotta
Siobhan Kelly), passando per la stupenda Odette
Annable (nei panni di
Nola Longshadow) e terminando con quel dono di Dio che è Lili
Simmons (Rebecca Bowman),
Banshee è una gioia
per gli occhi di qualunque maschio, una scelta furba della produzione
per inchiodare lo spettatore allo schermo laddove questi non trovi
altri motivi di interesse. Non ci credete? Ecco...
Ivana Milicevic
Trieste Kelly Dunn
Odette Annable
Lili Simmons
Siete ancora vivi? Okay, andiamo avanti...
La
caratterizzazione dei personaggi:
Banshee è
un piccolo vademecum su come si creano e si sviluppano i personaggi.
Ognuno di esso, da quelli principali a quelli secondari, ha una sua
storia e un passato che viene mostrato e raccontato per conferire
loro spessore, cosa che insieme ai dialoghi fantastici contribuisce a
renderli parte integrante della storia. Quando poi i personaggi si
incontrano al culmine di situazioni di tensione narrativa (spesso
questo significa la morte di uno di loro) lo spettatore, che ne
conosce il background, si ritrova a fare il tifo per l'uno o per
l'altro a seconda delle inclinazioni personali, senza essere sicuro
di chi avrà la meglio. Sì perché la serie è pervasa da un gusto
per il character killing degno
de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di
Martin, dove non è affatto scontato che un personaggio primario
sopravviva allo scontro con una comparsa, e dove la morte è sempre
in agguato pronta a farci saltare sulla sedia esclamando "cazzo,
no, non lui!"
Il sesso spinto:
Una
volta che abbiamo attrici così, le vogliamo vedere vestite? Neanche
a parlarne! Un'altra scelta smart
di
Banshee,
una specie di marchio di fabbrica, sono le scene di sesso al limite
del soft porno. Soprattutto nella prima stagione, ma un po' in tutte
e tre, non passa puntata dove qualcuno non scopi di brutto, e
all'immaginazione viene lasciato davvero poco. Il sesso non è
comunque messo lì a casaccio, ma piuttosto rappresenta una tra le
tante pulsioni ai quali i personaggi cedono, assieme alla brama di
soldi e potere, una delle molle che li mette in moto e li spinge a
rischiare tutto pur di ottenere ciò che vogliono.
La violenza e le
sequenze di combattimento:
Banshee non
ci va giù leggero in quanto a violenza. Tra gente ammazzata con
bottiglie di ketchup infilate in gola, teste mozzate da autotreni in
corsa, carotidi strappate a mani nude e torture di tutti i tipi il sangue scorre a fiumi e senza alcuna censura,
catapultando la serie nella categoria delle strictly over
18. La sceneggiatura e il
montaggio si compiacciono di questa scelta e giocano con la violenza
estrema rendendo ogni morte una piccola opera d'arte visuale, senza
mai scivolare nel pacchiano e nel banale.
Una
nota a parte per i combattimenti, i migliori mai visti in TV (ma mi
dicono che Daredevil in
questo senso li abbia superati, vedremo). Praticamente ogni attore
di Banshee, donne
incluse, è un semi-professionista di arti marziali e uno stuntman
capace, e l'allenamento prima di girare ogni puntata deve essere
tutt'altro che semplice. Sequenze di combattimento lunghissime,
estenuanti, maledettamente reali, dove la camera fa meraviglie con le
inquadrature e i punti di vista e i colpi lasciano il segno sulla
carne e le ossa come raramente s'è visto altrove. La squadra di
coreografi messa insieme dalla produzione per curare questo aspetto è
mostruosa, i combattimenti appaiono non realistici, ma reali in tutto
e per tutto, e non ce n'è uno uguale all'altro, ognuno di essi resta
impresso nella memoria e vi ritroverete a guardarli e riguardarli più
volte perché sono così e articolati e frenetici che inevitabilmente
vi sarà sfuggito qualcosa. Leve, proiezioni, grappling, armi non
convenzionali, Kung-Fu, pugilato, Ju-Justsu, c'è di tutto. Un altro
trademark della serie,
senza ombra di dubbio.
Carrie e il suo nuovo marito Gordon si bevono un gruppo di ragzzini in una piscina.
Le tematiche:
In
Banshee c'è una delle
più belle storie d'amore che io abbia mai visto. Hood e Anastasia,
Anastasia e Hood. Il loro passato, il presente e un futuro difficile
da immaginare, perché le loro vite sono cambiate ed è passato
troppo dolore tra loro, troppe lacrime e troppa morte. Hood è l'uomo
che non si arrende, che non accetta che le cose siano cambiate, che
vuole riprendersi la sua donna a ogni costo. Anastasia è la donna
che vuole cambiare vita e vivere in maniera normale, anche
rinunciando al vero amore, ostinata nella ricerca di una serenità che non ha
mai avuto. In tre stagioni vedremo il loro rapporto evolversi e
cambiare, li vedremo provarci e arrendersi, mollarsi e riprendersi,
tradirsi, tentare di dimenticarsi, picchiarsi e dormire insieme. L'amore come ponte lanciato al di là di tutto, forza inarrestabile che avvicina persone che dovrebbero, per il loro stesso bene, tenersi lontane l'una dall'altra. Non si può
però cancellare quello che è stato, e la quarta stagione
probabilmente metterà un punto deciso sulla loro storia, per adesso
ancora in bilico.
Anche
il rapporto tra Hood e sua figlia Deva (interpretata dalla giovane e
brava Ryann Shane)
è molto ben strutturato e costituisce una delle trame principali. La
difficoltà dello scoprirsi genitore quando si è condotta una vita
senza radici e sempre in fuga trasforma Hood in un uomo goffo e
impacciato, combattuto tra l'istinto di mollare tutto e fregarsene e quello paterno che
invece gli dice che dovrebbe restare e prendersi cura di questa
ragazzina. Pian piano vedremo il ghiaccio tra i due sciogliersi e il
rancore dissiparsi, diventare complici e scoprire affinità che non
avrebbero mai creduto di avere.
Ultimo
aspetto, i sentimenti negativi che muovono molti dei personaggi della serie. Come detto, in Banshee i
cattivi sono cattivi davvero, dei veri bastardi che non esitano ad
arrampicarsi su cumuli di cadaveri per raggiungere i loro scopi. I
soldi, il sesso, il potere, la prevaricazione, la gelosia, il
possesso, la vendetta, sono la scintilla che dà vita agli incendi
personali che bruciano l'anima di questi villains,
spesso spingendoli molto al di là di quanto si fossero prefissati. Non si
redime nessuno in Banshee,
semmai il contrario. Personaggi che all'inizio appaiono tutto sommato
positivi subiscono un twist verso
la cattiveria che li trascina verso un baratro inevitabile, unendosi
ad altri personaggi cattivi che a loro volta si uniscono o combattono
altri. In sottofondo, la tematica della malvagità intrinseca
dell'animo umano vista spesso non come fine a se stessa, ma come
strumento naturale e funzionale al raggiungimento di soddisfazioni
terrene. Non si va da nessuna parte facendo i buoni, questo è poco
ma sicuro. Non a Banshee, almeno.
Per
chiudere, da tre anni a questa parte Banshee è
a mio parere la miglior serie TV in circolazione, capace di
rivaleggiare con capolavori passati come Breaking Bad e
The Shield. Non so
quante stagioni ci saranno, ma l'enorme successo riscontrato e
l'adorazione al limite del fanatismo dei fan (cercate su Internet,
resterete sorpresi) mi fa pensare che abbiamo davanti ancora molti
episodi di questa serie, perché un prodotto del genere è una
macchina da soldi e alla Cinemax non credo proprio siano degli
sprovveduti.
Bene,
io ve l'ho detto, se non lo guardate peggio per voi. Un saluto, e a
presto!