venerdì 26 dicembre 2014

Il weird oggi: alcuni titoli consigliati


Rieccoci. Sono ancora tutto pervaso dallo spirito natalizio e dai fumi dell'alcol, anche quest'anno da buon praticante ho celebrato i consueti riti voodoo e sacrificato alcuni agnelli a Dioniso, ma nonostante le mie preghiere ancora una volta Babbo Natale mi ha deluso non regalandomi la barba bionda e gli occhi azzurri. Spero voi abbiate passato un buon venticinque Dicembre con i vostri cari e che vi siate rilassati. Io domenica torno in Italia per una settimana, ma non credo che il mio fegato noterà la differenza. C'è anche da dire che tra aerei, autobus e treni il viaggio per tornare a casa è sempre un gran palo nel culo, poi sette giorni passano presto e devi rifare il percorso al contrario, e non fai in tempo a rivedere mamma e papà, amici e gatti che già devi salutarli. Ah, così è la vita, ragazzi! Si parte, si torna, ci si sposta, si conosce gente, il tutto per uno scopo che mica lo sappiamo qual è. Uno potrebbe pure starsene tutta la vita a casa sua, senza tante rotture d'anima, però poi sarebbe noioso e io quando mi annoio divento depresso e comincio a parlare di Dickens, e nessuno vuole sentire parlare di Dickens. Mi consola pensare che sto facendo questo per lasciare il mio bagaglio di esperienza ai miei futuri familiari. Un giorno avrò dei nipoti, li piglierò sulle ginocchia e gli racconterò della mia gioventù girovaga, e loro mi poggeranno la testa su una spalla e sorridendo mi diranno “vecchio rincoglionito, ce li hai dieci euro per la ricarica Vodafone?” Sono cose che ti fanno sentire realizzato. Viviamo un po' tutti per questo.



Ma ora bando alle pagliacciate, torniamo a parlare della letteratura weird. In futuro tratterò di altri generi letterari, altrimenti sembra che leggo sempre le stesse cose, e non è vero. Del weird e di come Lovecraft sia stato l'autore chiave per la canonizzazione e la diffusione di massa di questo genere ho già detto nel primo post del blog. Il Solitario di Providence non era certo il solo a tener alto lo stendardo del bizzarro all'inizio del '900, ma è a lui che si deve la cristallizzazione dei tratti identificativi del weird. Un genere letterario non può definirsi tale se non rispetta due parametri: delle linee-guida tematiche e stilistiche che lo identifichino e un certo numero di autori che le rispettino, creando un numero più o meno vasto di opere che possono rientrare sotto un'unica dicitura. Le tematiche sono quelle di cui ho già parlato: l'ignoto, i pantheon reali o immaginari, il senso di schiacciante predeterminazione del destino umano davanti a forze che giocano con la vita senza possibilità di fuga. Lo stile, be', era quello ritenuto ai tempi il più efficace, che ad oggi sembra forse un po' datato e che naturalmente è passato attraverso un processo di modernizzazione. Parliamo quindi oggi del weird ai giorni nostri, di come la lezione lovecraftiana è stata assimilata, rielaborata e se vogliamo svecchiata per essere riproposta ai lettori dei secoli XX e XXI. È un lungo viaggio che parte dalle Montagne della Follia e termina sull'asfalto delle nostre autostrade, un processo tutt'ora in corso che ha ancora potenzialità immense e fa ben sperare per il futuro. Gli autori che oggi si cimentano con il weird hanno Lovecraft sempre ben presente nella loro mente, ma giocano a loro piacimento con le carte servite loro da H.P. per ricreare quel senso del bizzarro che rappresenta uno dei più efficaci strumenti di intrattenimento mai offerti dalla letteratura. Il weird di oggi si arrampica sui grattacieli e striscia nei tunnel della metropolitana, infesta le campagne e i computer, fa balzi avanti e indietro nel tempo mostrandoci un futuro inquietante o regalandoci uno sguardo alternativo sul passato. Lovecraft è sempre lì, che annuisce soddisfatto dei suoi pupilli, vivo e attento dal suo trono da qualche parte in mezzo a una galassia sperduta dove si è ritirato dopo che le sue spoglie mortali abbandonarono questo mondo.



Iniziamo a parlare di alcuni titoli che sono riconducibili al weird contemporaneo. Alcuni sono molto conosciuti, altri forse meno. L'intento è quello di fornire una piccola prova di come il genere offra una grande gamma di possibilità e di come queste siano sfruttate dai diversi autori. Tematiche, ambientazioni e personaggi possono essere molto differenti tra loro, alcuni di questi lavori vengono classificati come urban fantasy, new fantasy o horror puro, ma le loro radici affondano sempre in profondità verso il weird come l'ho inteso nel primo post. Un appunto, ragazzi, come per le serie TV: la maggior parte di questi libri io li ho letti in inglese. Se il vostro inglese è buono, fatelo anche voi. Mi ringrazierete.



American Gods di Neil Gaiman

Trama: una ex-galeotto la cui moglie è morta in condizioni imbarazzanti si ritrova al centro di eventi cui non riesce a dare una spiegazione. Scoprirà, man mano che la storia procede, di essere la pedina fondamentale nella partita giocata tra due fazioni opposte di divinità in lotta tra loro.







A mio parere non si può non iniziare con American Gods, strafamoso e pluriacclamato libro del buon vecchio Neil. In questo romanzo Gaiman rispolvera i pantheon delle nostre religioni attuali e di quelle dimenticate, resuscita divinità morte da tempo e le sbatte nell'America dei giorni nostri, umanizzandole con grande maestria. Un romanzo “on the road” sul quale si innesta l'eterna lotta tra il bene e il male, raccontata attraverso le peripezie di un protagonista vittima degli eventi che crede di muoversi liberamente in quello che è in realtà un copione scritto per lui da mani che non sono di questa Terra. Quello che stupisce in American Gods è l'assoluta facilità con cui Gaiman ricrea la sospensione dell'incredulità, quel piccolo miracolo narrativo che porta il lettore a inabissarsi nella storia nonostante la presenza di elementi assolutamente non realistici, un patto tra chi scrive e chi legge che può aver luogo solo se l'autore possiede gli adeguati strumenti tecnici. Vedrete una ragazza afferrare la luna dal cielo e trasformarla in una moneta d'argento, e vedrete gli dèi cavalcare i cavallucci di una giostra che è in realtà una porta per un'altra dimensione. Il tutto descritto con lo stile moderno dei giorni nostri, perfetto per accompagnarci nel corso dell'avventura. Sì, il finale ha deluso molti (anche me, lo ammetto), ma ciò non toglie che con American Gods Neil Gaiman si sia consacrato come uno dei nomi di spicco del fantastico contemporaneo. Grande lavoro di documentazione dietro questo libro che è da tempo un classico del suo genere.



King Rat di China Mieville

Trama: un ragazzo torna a Londra e si addormenta nell'appartamento del padre, per scoprire il mattino dopo che questi è stato ucciso in circostanze truculente e misteriose. Da qui in poi incontrerà una sarabanda di personaggi che altro non sono che la reincarnazione di antichi miti del folklore di tutto il mondo, esplorerà le fogne della City, scoprirà di avere poteri non umani e si ritroverà invischiato nella battaglia all'ultimo sangue tra il Re dei Ratti e il suo eterno nemico, il Pifferaio di Hamelin.







Inglese come Gaiman, China Mieville esordisce nel '98 con questo buon romanzo che contiene le premesse per i suoi futuri lavori di maggior successo. Anche qui assistiamo alla lotta tra esseri sovrannaturali, ambientata in una Londra sporca e claustrofobica in cui presenze che i più credono appartenere al mondo della fantasia si combattono giorno dopo giorno mentre la vita degli ignari esseri umani scorre apparentemente placida. Anche qui, e non è un caso, il destino del protagonista è segnato: il giovane Saul ricorda molto il narratore di The Shadow over Innsmouth di lovecraftiana memoria e anche la scoperta che farà alla fine della storia non è troppo lontana dalla tragica rivelazione che si palesa di fronte al malcapitato studente recatosi nella cittadina del Massachussets. King Rat piace anche per la profondità di alcune metafore: il personaggio del Re dei Ratti, che fatica a tenere a bada l'indole caotica del suo stesso popolo, sembra l'incarnazione sudicia e disillusa di un moderno Satana ribellatosi a ogni legge. Il mondo delle fogne in cui i ratti sciamano in legioni uccidendosi, mangiandosi e combattendosi a vicenda è la trasposizione in forma animalesca di una società totalmente in preda all'anarchia e alla legge della sopravvivenza. Grande battaglia finale, un libro consigliato.



La Trilogia del Drive-In di Joe R. Lansdale

Trama: una sera come tante, in una cittadina della provincia americana, della gente si reca a un drive-in. A un tratto compare nel cielo una cometa e queste persone si ritrovano prigioniere, la città intorno a loro è scomparsa e inizia il delirio. Il drive-in diventa una società a sé stante con regole da barbari e mostri che si combattono per la supremazia, il cannibalismo e altri atti abominevoli vengono consumati con sempre minor ritegno man mano che i sopravvissuti si abbrutiscono sempre più. Dal primo libro, in cui si racconta quello che accade nel drive-in, i protagonisti partono poi per un viaggio disperato in cerca di una spiegazione, fino a che giungono, alla fine del terzo capitolo, a scoprire l'assurda verità.







Se per weird vogliamo intendere l'assurdo, l'inspiegabile e il grottesco che irrompono all'improvviso nella vita di tutti i giorni sconvolgendola e precipitando ogni essere umano in una voragine di paura e sconcerto, allora La Trilogia del Drive-In centra in pieno il bersaglio. Se conoscete lo stile di Lansdale potete immaginare il tono sboccato, umoristico e caciarone in cui la storia viene narrata, ma ciò non toglie nulla al senso di straniamento che, soprattutto nel primo libro, questo romanzo è capace di comunicare. Questo lavoro non è puro entertainment. Questo lavoro parla delle domande che l'uomo si fa di fronte all'ignoto, del sovvertimento delle regole sociali quando la realtà ti scompare da sotto gli occhi, dell'istinto di sopravvivenza capace di mandarti avanti nonostante tu non voglia più vivere, di come si possa diventare insensibili alla morte quando la morte è tutto ciò che ti circonda. Potete anche leggerlo solo per divertirvi, e vi farete grasse risate. Se però ci riflettete un po' su ci troverete qualcosa d'altro, e vi lascerà più soddisfatti.



Il Sentiero di Legno e Sangue di Luca Tarenzi

Trama: Un burattino di legno si ridesta in un mondo che sembra il sogno allucinato di un pazzo e deve lottare contro alcune entità che intendono distruggerlo. Rilettura fantasy e molto weird della storia di Pinocchio.







Bel romanzo uscito qualche anno fa a opera di Tarenzi, che con esso si fece conoscere nel panorama weird/urban fantasy/young adults (avvertenza: gli ultimi tre generi letterari non sono mai esistiti). Fin dalla prima scena il libro comunica un senso di estraneità molto efficace, Tarenzi dimostra una fantasia molto fervida e dipinge paesaggi che sembrano quadri di Dalì, impossibili da dimenticare, stranianti e alieni come in alcuni dei racconti più “onirici” di Lovecraft. La storia è avvincente e assolutamente non banale, il senso di estrema solitudine che il personaggio del burattino comunica appassiona il lettore e lo guida fino al bel finale. Geppetto, il Grillo Parlante, Mangiafuoco, la balena: ci sono proprio tutti, ma non sono quelli che credete. Tarenzi li trasforma in creature a metà tra una sorta di cyborg steampunk e qualcosa di ultraterreno, pur senza snaturarle del senso donato loro da Collodi. C'è un po' di tutto in questo libro: un po' di poesia, un po' di violenza, un po' di dolore, un po' di paura e un po' di sorrisi. Tarenzi poi l'ho perso di vista, ma so che ha pubblicato altre cose. Forse ci rincontreremo.



The Sad Tale of the Brothers Grossbart di Jesse Bullington

Trama: in pieno medioevo, mentre la pestilenza miete vittime in tutta Europa, i bruttissimi, sporchissimi e stupidissimi gemelli Grossbart, discendenti da una stirpe di ladri di tombe, commettono un massacro tanto efferato quanto inutile. Braccati dalla legge abbandoneranno il loro villaggio in Germania e si ritroveranno coinvolti in ogni genere di avventure con mostri, streghe, demoni e donne, sulla strada per il loro folle obbiettivo: arrivare in Egitto e svaligiare la piramide di Cheope.







Libri più weird di questo ne ho letti pochi ultimamente. Bullington è un autore che terrò d'occhio, dallo stile semplice e dalla battuta pronta. La sgangherata storia dei fratelli Grossbart pesca a piene mani nell'horror e nel fantasy, senza trascurare un approfondimento storico che ben cala nel periodo in cui si svolgono i fatti. La commistione di generi è assolutamente gradita dal sottoscritto e rimanda a quanto detto su Lovecraft, il taglio è simile a quello di Lansdale ma ancor più sboccato, con picchi di blasfemia davvero sublimi. Bullington popola il romanzo di creature del folklore e della mitologia, gioca con la stregoneria e con la paura della peste che atterrì il medioevo, riempie i dialoghi dei due fratelli di dissertazioni assolutamente sorprendenti sulla religione e riversa ettolitri di sangue e quintali di interiora nelle pagine di questa storia senz'altro godibile. Il destino dei Grossbart, per quella tara del sangue tanto cara a Innsmouth, è però segnato: il finale ci fa comprendere come gli uomini possano venir fuori da mille disavventure con le loro forze, ma quando si ritrovano di fronte al giorno fatale, quello per cui sono nati, quello da cui non si scappa, quello che i tuoi antenati hanno preparato per te, allora tutto risulta inutile.



Finito anche per questa volta. Se non avete letto nessuno di questi libri iniziate con American Gods. Se avete già letto American Gods leggete La Trilogia del Drive-In. Se invece siete lettori più hardcore potete valutare qualsiasi altro dei titoli qui elencati. O nessuno, ché tanto a me gli autori non mi pagano mica, ma sono libri belli e divertenti e li consiglio tutti.

La prossima volta che parleremo di libri, come ho preannunciato, non parleremo di weird. Un saluto.

Nessun commento:

Posta un commento