"Sigh, sob, il mondo è finito, c'è stata un'apocalisse e le città sono piene di zombie che si muovono lentissimi e a me in fondo dispiace ammazzarli, io sono un poliziotto dal cuore tenero e c'ho pure un bambino cui devo badare. Formiamo un gruppo per non sentirci soli, iniziamo una specie di telenovela sull'intreccio dei rapporti tra i personaggi e ogni tanto ammazziamo qualche zombie. Vagando attraverso gli Stati Uniti alla fine giungeremo in un luogo misterioso dove scopriremo un GOMBLOTTO che getterà nuova luce su questi avvenimenti nefasti e ci porterà più lontano, dandoci la possibilità di riflettere su noi stessi e su ciò che proviamo neanche fossimo in un film di Ozpetek. Scusateci se vi annoierete. Il nostro scopo è disquisire sulla natura umana quando le leggi della società vengono meno e l'uomo si ritrova davanti all'atavico bivio che da una parte conduce all'abbandonarsi agli istinti più bestiali e dall'altra alla dolorosa conservazione di quei principi morali che lo differenziano dalle specie inferiori.
Come dite? Ho uno zombie attaccato alla gamba che mi sta masticando il polpaccio? Oh, deve essere così affamato, poverino, sigh, sob..."
Z Nation:
"Porca puttana, il mondo è finito, c'è stata un'apocalisse e le città sono piene di zombie che si muovono come centometristi impasticcati di speed e io in fondo godo ad ammazzarli, io sono un ex sergente della Guardia Nazionale e ho un martello con cui sfondo i crani di questi cadaveri ambulanti come fossero gusci d'uovo. Formiamo un gruppo con lo scopo di sopravvivere, mettiamoci dentro tre tettone di etnie diverse, un dottore hippie appassionato di droghe, un ragazzino con una mira infallibile e un belloccio biondino e facciamoci un coast-to-coast negli USA per accompagnare in California un ex-galeotto nel cui DNA risiede l'unica speranza della razza umana. Viaggiando attraverso gli Stati Uniti con l'unico aiuto di un nerd intrappolato in una base polare che comunica con noi per mezzo di sistemi satellitari massacreremo caterve di zombie usando mazze chiodate, fionde, motoseghe, frullatori, bombe a mano e chi più ne ha più ne metta, e alla fine incontreremo un supercattivo pazzo come una scimmia schizofrenica.
Scusateci per la violenza, ma questa è l'apocalisse e dobbiamo sopravvivere.
Come dite? Uno zombie si avvicina? Datemi un attimo... BANG! Ecco fatto. Oh, cazzo, non era uno zombie..."
Okay, non era difficile fare meglio di The Walking Dead, quindi non ci spelleremo le mani ad applaudire Z Nation. Più che altro interessa forse capire perché questa serie TV uscita da poco e arrivata alla fine della prima stagione ha funzionato. Ha funzionato perché Z Nation è quello che una serie sugli zombie dovrebbe essere, e perché segue con fedeltà la lezione romeriana marchiata a fuoco sin dal lontano 1978 con L'alba dei morti viventi.
Creato da Karl Schaefer e Craig Engler e trasmesso dalla Syfy, Z Nation si basa su una premessa semplice ma interessante, un'idea che da sola è in grado di giustificare la trama: Murphy (interpretato da Keith Allan), un galeotto su cui una dottoressa ha testato un vaccino sperimentale anti-zombie, è l'unico essere umano sopravvissuto ai morsi dei morti viventi senza restarne infettato. Nel suo sangue risiede il vaccino, e quindi è l'uomo più importante del mondo, tanto che un gruppo di uomini e donne rischierà tutto per farlo arrivare in un laboratorio in California.
La trama è tutta qui. Il resto sono puntate strutturate come livelli di un videogame, in cui i protagonisti devono falcidiare orde di zombie usando le armi più disparate. L'intreccio è se vogliamo stupidotto, ma l'adrenalina è sempre alta, l'azione è veloce e ci sono ettolitri di sangue, quintali di budella esposte e tonnellate di cervelli che schizzano ovunque. Allan è l'unico attore degno di nota del cast insieme forse a Russell Hodgkinson che interpreta Doc, per il resto siamo su un livello di recitazione mediocre ma sapete una cosa? Chi se ne frega. Tra battutacce, zombie ridicolizzati in perfetto stile romeriano, attrici poco vestite e violenza a go-go Zombie Nation rappresenta un intrattenimento perfetto, la classica serie da guardare per riposare il cervello dopo una dura giornata di lavoro. I creatori lasciano ad altri il compito di addentrarsi in tematiche profonde e riflessioni esistenziali, preferendo concentrarsi sull'azione e sull'umorismo. E non ci sono limiti alla violenza, non c'è quel "politically correct" che dava tanto fastidio in The Walking Dead. Se apocalisse deve essere, che apocalisse sia, e allora via con neonati zombie massacrati a martellate, biker assassini, comunità di cannibali, zombie mangiataori di viagra che se ne vanno in giro a uccello duro e chi più ne ha più ne metta. Okay, non è Sherlock e non è nemmeno True Detective, ma credo che ormai ci foste arrivati, no?
"Nice shot, kid!"
Insomma, Z Nation si fa preferire a The Walking Dead perché non pretende. Z Nation è grossolano, dozzinale, sboccato, truculento, fracassone, demenziale, insomma tutto quel che una serie TV sugli zombie dovrebbe essere, perché mica vogliamo davvero essere seri quando parliamo di morti viventi?
Serie consigliata a patto che non vi aspettiate un capolavoro, e il vostro obbiettivo sia solo farvi quattro risate insieme a un pugno di personaggi che, inevitabilmente, finiranno per starvi simpatici.
See you.
And aim for the head!
Questo articolo mi ha strappato una sonora risata! Ero indeciso tra le due serie appunto ma ora non ho dubbi su quale serie iniziare:)
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