Se seguite questo blog ricorderete forse che avevo già parlato di Pete Dexter in questo post dedicato ai romanzi di gangsters, dove Dexter veniva citato per il suo bel "Così si muore a God's Pocket". Era, quello, un romanzo dal taglio umoristico in cui si rideva amaro, una dissertazione sull'animo umano e sulla società americana che assumeva toni a volte leggeri e altre molto profondi, in cui il comico e il tragico andavano perfettamente a braccetto ricreando uno spaccato della provincia a stelle e strisce in cui si muovevano personaggi perfettamente caratterizzati. Avevo espresso la volontà di leggere di più di Dexter, e infatti mi son comprato un altro suo romanzo, "Il cuore nero di Paris Trout".
Cotton Point, Georgia. Neri e bianchi convivono gomito a gomito in uno spazio che sembra troppo piccolo per le differenze e le diffidenze che esistono tra loro, povertà e benessere sono alla portata di una svolta d'angolo e i diritti non sono uguali per tutti. Paris Trout è un quasi sessantenne con una madre in ospizio e un negozio che usa anche come ufficio per prestare denaro. Lo gestisce insieme alla moglie Hanna, che per sposarlo ha rinunciato ai sogni di una carriera come insegnante, salvo poi pentirsene quando ha scoperto chi era davvero suo marito.
Sì, perché Paris Trout è cattivo. Più che cattivo. Paris Trout è ossessionato, disturbato, a tratti inumano. Paris Trout è un uomo che vive secondo dei principi che sono solo suoi, e si attiene ad essi anche se il resto del mondo non li riconosce. Paris Trout presta denaro indifferentemente a bianchi e neri, non fa discriminazioni in questo. Pretende solo una cosa: di essere pagato.
Ma un giorno accade qualcosa. Uno dei ragazzi di colore cui ha prestato soldi non può pagare, così Trout si reca a casa sua per riscuotere e commette qualcosa per cui l'intera città inizierà a temerlo, riconoscendolo per il mostro che avevano sempre sospettato che fosse. Da qui in poi la sua anima precipita all'inferno e la sua mente cessa di essere lucida, e Paris Trout inizia la sua guerra personale contro i tribunali, contro la moglie, contro l'intera nazione degli Stati Uniti. Nessuno riuscirà a farlo ragionare, e chi si metterà sulla sua strada avrà l'occasione, guardando nei suoi occhi, di assaporare il più oscuro e raccapricciante segreto che attanaglia alcuni esseri umani. Finirà male per Cotton Point, malissimo. Paris Trout lascerà nella cittadina un segno indelebile, rovinando, come un morbo che contagia tutti gli organismi che incontra, le vite di coloro che avranno la sfortuna di gravitare nella sua orbita.
Fenomenale romanzo che sbugiarda il Sogno Americano e indaga le radici del razzismo insito nell'animo di una popolazione che, a livello inconscio, non ha forse mai fatto i conti con se stessa e con le sue origini. "Il cuore Nero di Paris Trout" raggiunge cime di tensione drammatica e di profondità contenutistica raramente riscontrate altrove, arrischiandosi a indagare i territori insondabili della pazzia e dell'ossessione tramite la vita di Paris Trout, un uomo che vive come se fosse il solo essere umano in un mondo popolato di formiche. Paranoico, avaro, pieno di pistole e fucili con cui difende il suo patrimonio, diffidente nei confronti del fisco e del governo, razzista ma disposto a fare affari con tutti, Paris Trout è l'icona di un tipo d'americano duro a morire, l'uomo che si è fatto da solo e che non accetta che nessuno, né la legge né il prossimo, gli mettano i bastoni tra le ruote.
Paris Trout non ama sua moglie e non ha amici, ha dei principi che sono chiari solo a lui e non capisce come gira il mondo. Ha anche una determinazione incrollabile, e non esita a infrangere la legge per salvarsi dalla galera quando le cose per lui si mettono male. Ma quello che succede all'inizio della storia, anche se non lo ammetterà mai, lo segnerà in maniera indelebile. Impazzisce pian piano, Trout, come il Mazzarò verghiano di "La roba". "La roba", "la roba", sempre "la roba". Proprio come Mazzarò, Paris Trout accumula beni e ricchezze senza uno scopo preciso, per il solo gusto di possedere, perché altro non sa fare. Ma "la roba", come ci ha già mostrato Verga, non "se ne viene con te" quando muori. "La roba" è solo roba. Anche se per essa uomini come Paris Trout sono disposti a uccidere.
Paris Trout non lascia nessuno di quelli che incontra indenne. Distrugge vite e ne contamina altre, ossessiona come un incubo la mente di sua moglie Hanna, degli avvocati Seagraves e Bonner, dello sceriffo della città. Paris Trout è lo specchio che mostra ciò che non vuoi vedere, quegli aspetti di te che ti sei sempre sforzato di nascondere e che detesti, che ti sei illuso non esistessero. Alla fine andrà via, non senza rumore e non prima che il sangue sia stato sparso, ma lascerà una cicatrice profonda su Cotton Point. E forse, per sempre, ci si chiederà se in fondo non siamo tutti un po' come lui, come dichiarato sul Washington Post in proposito di questo romanzo il cui successo sta "nel ricordare a tutti noi - con assoluta lucidità e pungente
franchezza - fino a che punto siamo capaci di negare il razzismo che
portiamo nell'anima per convincerci che siamo innocenti".
Stile duro e senza fronzoli, ritmo serrato, approfondimenti psicologici e sociali sempre a fuoco, questo romanzo proietta Dexter nell'olimpo dei grandi scrittori americani contemporanei. Il libro è stato premiato con il National Book Award ed è ritenuto al momento il capolavoro di Dexter, ed è una lettura assolutamente consigliata per chi vuole indagare sulle zone d'ombra non solo della cultura americana, ma dell'animo umano in generale, su quelle aberrazioni dell'esistenza e della coscienza che generano mostri che a prima vista sembrano cittadini rispettabili, e che per questo fanno più paura di licantropi, zombie e vampiri.
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