Ah, Dublino! Una città magica, dalle
molte facce (tutte ubriache) e dalle tante contraddizioni, città di
fiume e di mare, città dell'Europa moderna ma orgogliosamente
ancorata alle proprie tradizioni, città di multinazionali e
senzatetto, universitari e ragazze madri, la città più cattolica
d'Europa dove il sabato sera sono tutti in cerca di una sveltina in
una toilet (God bless you Irish girls).
E la città della droga. Sì, ragazzi, qui ne gira a
pacchi e negli anni '80 era anche peggio, tanto che una leggenda
vuole che lo Spire, l'altissima struttura costruita in O'Connell
Street per celebrare il nuovo millennio, simboleggi in realtà un
enorme ago di siringa, a ricordo perenne del flagello dell'eroina che
causò così tante vittime una trentina d'anni orsono. Non so se è
vero, secondo me no. Le vittime invece sono accertate. Negli '80
poche città si drogarono come Dublino, al punto che bisognò
costruire nuovi quartieri dove spostare la gente perbene che non ne
poteva più di vivere in un centro cittadino brulicante di tossici.
Dieci mesi fa stavo per partire per
Dublino. Iniziai a guardare Love/Hate con l'intento di imparare
l'accento irlandese. La serie non mi fece impazzire all'inizio, ma ne
ricavai comunque due conclusioni interessanti:
- l'accento irlandese è più o meno comprensibile come il colloquiare di un cinghiale a cui sia stata tagliata la lingua, rimpiazzata con le setole di una scopa, ficcata una patata in bocca e impiantato un chip neurale che gli decuplica la velocità di parola, il tutto mentre l'animale si sforza di imitare il linguaggio umano.
- Dublino è pericolosa. Gli avvenimenti della serie TV mi lasciarono abbastanza sconcertato, al punto di farmi iniziare a temere di aver scelto la destinazione sbagliata.
Quando poi arrivai qui incontrai Noel,
il mio primo padrone di casa. Noel è nella sezione scientifica della
Garda (la polizia di Dublino), e il contratto d'affitto me lo portò
a firmare nel suo ufficio al comando centrale. C'erano tute bianche
tipo CSI, polverine per le analisi e altra strumentazione, c'erano
poster e computer, valigette dal contenuto misterioso. Chiesi a Noel
se conosceva Love/Hate e se Dublino era davvero così. Lui mi disse
che era anche peggio, perché il porto della città è uno dei maggiori
snodi europei per il commercio della droga che arriva dal Sudamerica,
e le gang si contendono la piazza a suon di agguati e sparatorie in
cui a volte ci van di mezzo innocenti.
“Hey, Noel, non è che mi
riporteresti all'aereoporto? Ho dimenticato lo spazzolino da denti in Italia”.
“Tieniti lontano dai guai e non far
tardi la notte.”
“Okay Noel. Grazie.”
Ora Noel non è più il mio padrone di
casa, perché mi sono trasferito. Voglio solo dire che era (ed è)
una delle persone più buone che abbia mai conosciuto, un padre di
famiglia e un gran lavoratore, uomo di una corretezza estrema. Le
ultime parole che mi ha rivolto quando ci siamo salutati sono state
“Alfredo, qualsiasi problema tu abbia mentre sei qui a Dublino,
chiamami. Ti aiuterò.”
Grazie, Noel.
Creato da Stuart Carolan e trasmesso
dal canale irlandese RTÉ,
Love/Hate è ambientato nella Dublino dei giorni nostri e segue le
vicende di una gang che cerca di farsi strada fino ai vertici del
giro dello spaccio di droga. Come detto l'inizio non è
fantasmagorico, seguendo più che altro le vicende di Darren (Robert
Sheehan, già noto per la sua interpretazione in Misfits), un ragazzo
che torna a Dublino dalla Spagna, dove s'era rifugiato perché aveva
qualche guaio con la legge. Darren è tornato per la ragazza con cui
stava e di cui è ancora innamorato, ma lei sta con un altro. Darren
sclera e finisce irrimediabilmente coinvolto nei vecchi giri, finendo
per affiliarsi alla gang del cattivo e gelido “John Boy” Power
(Aidan Gillen), che ha per braccio destro l'infido, furbastro e
arrivista Nigel “Nidge” Delaney (Tom Vaughan-Lawlor). La gang
cresce e si fa nemici e complici, le storie dei membri si
intrecciano, gli omicidi, le esecuzioni e lo smercio di droga
proseguono di pari passo mentre gli equilibri di potere all'interno
della banda sono sempre più precari e la Garda suda sette camicie nel tentativo di arrestare le loro attività illegali. È
a partire dalla seconda stagione che le cose iniziano a farsi più
interessanti, quando la love-story di Darren scivola in secondo
piano, la lotta interna alla gang si fa più spietata e sulla scena
compare uno dei personaggi migliori della serie, Francis
“Fran” Cooney (Peter Coonan). Fran è il caos puro, un folle dai
modi animaleschi impossibile da controllare, la scheggia impazzita
del gruppo che giocherà un ruolo fondamentale nel prosieguo della
serie, quando l'IRA, le bande rivali e altri nemici decideranno di
schiacciare la banda. Nelle ultime due stagioni compare un altro
grandissimo personaggio: il costruttore di bombe Patrick Ward (John
Connors), padre affettuoso e religiosissimo che si tramuta in killer
spietato per portare a compimento una vendetta che non può
assolutamente tralasciare. Questo personaggio sarà poi la “chiave”
di molte vicende, ma è senza dubbio positivo osservare come sia uno
dei meglio tratteggiati, uno dei più “irlandesi” della serie,
con quel suo senso della famiglia che va al di là di tutto e dei
principi saldissimi che lo guidano anche quando decide, lucidamente,
di diventare un assassino per infliggere a chi l'ha colpito il meritato
castigo.
Nella foto: Fran impegnato nel suo sport preferito: ammazzare esseri umani a sprangate
Love/Hate è pieno di risse, gente
accoltellata, sparatorie, inseguimenti, tossici, droga, night-club
lussuosi, mignotte. Ma è anche una storia che parla d'amore, rappresentato
principalmente dai personaggi femminili. Da Rosie (Ruth Negga), la
ragazza di Darren, a Trish (Aoibhinn McGinnity), moglie di Nidge,
passando per la spiantata e fragile Siobhan (Charlotte Murphy) e la tossica
Debbie (Susan Loughnane), queste donne sono coinvolte loro malgrado
nelle vicende violente e drammatiche del mondo di cui fanno parte,
cercando di mantenere salde le loro famiglie e i loro affetti mentre
attorno a loro tutto crolla trascinandole inevitabilmente sul fondo.
Le donne hanno un ruolo niente affatto marginale nella serie, in esse
ritroviamo la quotidianità della vita dei gangster che tornano da
loro dopo rapine, omicidi e pestaggi, in esse c'è la lotta di madri
e mogli e fidanzate per resistere e tirarsi fuori da una vita che
hanno di certo scelto, ma che rischia di distruggere non solo loro, bensì anche tutto ciò che amano.
Nidge con quel bel pezzo di figliola di Trish
L'amore, come l'odio e i soldi, è il
carburante che muove i personaggi di Love/Hate. Per amore si uccide e
si lascia vivere, si condanna e si perdona, si fanno cazzate e si
mandano all'aria piani, si commettono passi falsi. “Amore”
significa spesso “possesso” nel mondo dei criminali, e infatti le
storie d'amore propriamente identificabili come tali sono poche; le
altre sono rapporti basati sul bisogno, sull'opportunità e sulla
paura, come quello tra Debbie e John Boy, o come il matrimonio tra
Nidge e Trish, che pur amandosi e avendo dei figli non hanno quasi
nulla in comune. Per assurdo, uno dei personaggi davvero innamorato
di sua moglie è il pazzo bastardo Fran. Quando scoprirà la verità
sulla sua adorata Linda (Denise McCormack) be', saranno cazzi,
nessuno potrà più fermarlo. E che dire dell'amore dei padri per i
figli, anche questo ben presente nel drama, o dell'amicizia, che di
tanto in tanto brilla come un diamante nel fango, soffocata da altri
istinti più pressanti ma comunque presente in alcune sottotrame.
Debbie e John Boy
Love/Hate è una serie dura e attuale, che affonda i piedi nella realtà e che ci offre uno spaccato di Dublino che forse non tutti immaginano, ma che bisogna conoscere soprattutto se si vive qui. La Città di Smeraldo non ne esce bene, bisogna dirlo: cupa, pericolosa, degradata, ci viene mostrata in tutto il suo brillare di luci e night-clubs e in tutto il suo squallore di quartieri popolari dove la criminalità recluta i suoi soldati. Qui c'è poco spazio per i cliché sull'irlanda e la strada è l'unica legge che conti, siamo molto lontani dalle zone turistiche e dal divertimento nei pub.Serie consigliata per chi vuole ampliare la sua conoscenza sull'Irlanda attuale, è una serie tutto sommato ben sceneggiata e con alcuni bei personaggi, tanta violenza e un buon ritmo, una trama che convince e dei colpi di scena ben orchestrati.
Alla prossima. E se guardate Love/Hate non fatevi comunque spaventare: Dublino non è tutta così. E infatti lo spazzolino io non sono più andato a riprendermelo.
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