Hell on Wheels è ambientato
nell'America post-guerra civile. L'anno è il 1865 e Cullen Bohannon,
un ex-soldato confederato, cerca vendetta contro alcuni militari unionisti
che hanno ucciso sua moglie. La sua caccia lo porterà a Hell on
Wheels, una cittadina vagante che si sposta seguendo la costruzione
della prima ferrovia transcontinentale finanziata dalla Union Pacific
dell'affarista e politico senza scrupoli Thomas Durant. Hell on
Wheels è un posto lercio e pericoloso, pieno di criminali
reinventatisi operai, puttane, scampaforca di tutti i tipi, giocatori
d'azzardo, killer e quant'altro. Qui Cullen si muoverà per portare a
termine la sua vendetta, ma dovrà vedersela con uomini che tentano
di mettergli i bastoni tra le ruote in ogni modo. Bohannon,infatti, è
il tipo di persona con un talento naturale per farsi dei nemici, e
ben presto inizierà a pestare i piedi a varia gente che tenterà di
farlo secco. Non solo Durant, ma anche l'ex-schiavo Elam Ferguson,
che in seguito diventerà il suo migliore amico. E poi l'ambiguo
reverendo Cole, il folle “Svedese”, pellerossa e mormoni, soldati
dell'Unione e bounty killers. Con il procedere della storia Hell on
Wheels arriverà a Cheyenne, cittadina senza legge scelta per essere
uno snodo nevralgico della ferrovia in costruzione. Qui Cullen
Bohannon cercherà di realizzare l'unico obbiettivo che gli è
rimasto nella vita: portare a termine la maledetta ferrovia, divenuta
per lui una vera e propria ossessione.
Ideato e prodotto da Joe e Tony Gayton,
Hell on Wheels funziona alla grande sia come puro intrattenimento che
come “drama”, riuscendo ad accontentare vari palati. Chi ama le
scazzottate e le sparatorie qui ne troverà a bizzeffe, ma anche chi
cerca tematiche più profonde non resterà deluso. Hell on Wheels
infatti è una storia di caduta e redenzione, la storia di un uomo
che ha perso tutto e tenta disperatamente di dare un senso alla
propria vita. È
anche una denuncia delle barbarie della guerra: Cullen Bohannon è
tormentato dalle atrocità da lui perpetrate quando era un soldato,
dal pensiero dalle tante vite che ha spento con le proprie mani. La
guerra trasforma gli uomini in bestie, e le quattro stagioni della
serie TV dedicano un attento e opportuno sguardo al lungo e
tormentato percorso di Cullen per recuperare la propria umanità.
Hell on Wheels, la sporca e pericolosa cittadina semovente, è una
metafora della seconda opportunità che ogni reietto cerca nella
propria esistenza: un punto da cui ripartire, una chance di rivalsa,
la speranza che ci sia un futuro migliore da qualche parte e che il
passato possa essere lasciato alle spalle per sempre. A Hell on
Wheels non solo Bohannon, ma molti altri uomini cercheranno la
propria strada. Alcuni troveranno una nuova vita, altri solo la morte
che da sempre li seguiva come un cane rognoso lungo una strada
lastricata di sangue e scelte sbagliate.
La
ricostruzione storica di Hell on Wheels è assolutamente fedele, il
mondo selvaggio del West ne esce dipinto con vivido realismo. In
particolare io ho apprezzato lo sforzo di regalare un quadro
complessivo delle decine di razze, culture e popolazioni diverse che
nel 1800 convivevano gomito a gomito, non senza problemi. Ci sono gli
irlandesi e gli schiavi neri da poco liberati, i sudisti e i
nordisti, ci sono i pellerossa che ancora portano avanti la loro
guerra senza speranza contro l'uomo bianco che ha invaso le loro
terre. Questa gente così diversa si detesta e si teme, ognuno vede
nell'altro un potenziale nemico e una minaccia per gli obbiettivi che
si è posto. Il taglio narrativo di Hell on Wheels sembra però voler
suggerire che l'unico modo per coesistere in un simile casino
multiculturale è la collaborazione, lo sforzo di capire il diverso,
l'andare oltre le differenze. E infatti le razze si mescolano, in
battaglia e sul lavoro come tra le lenzuola, storie d'amore e
amicizie nascono tra uomini e donne appartenenti a mondi diversi.
Questa è naturalmente la parte più romanzata della storia, ma non
risulta quasi mai forzata e anzi aumenta la voglia di seguire gli
sviluppi della trama.
Un'attenzione
particolare è riservata a i personaggi femminili. In un periodo
storico in cui il mondo è dominato dalla violenza degli uomini e
dalla legge delle pistole le donne devono tirare fuori le unghie per
scavarsi la propria nicchia nella società, specialmente in un posto
come Hell on Wheels. Da Eva, la prostituta rapita dai pellerossa, a
Ruth, la pia ragazza di chiesa, passando per le belle e cazzute Lily
e Jennifer fino alla remissiva Naomi, le femmine di Hell on Wheels si
fanno amare dallo spettatore per la loro tenacia, pur risultando
forse nel complesso un po' stereotipate. Ma in fondo quello in cui si
muovono è un mondo di maschi, un mondo che non lascia loro molta
scelta: puttane, mogli o cameriere, così andava la vita ai tempi.
Tra le tante, probabilmente il personaggio di Ruth (interpretata da
Kasha Kropinski) è quello meglio tratteggiato. Tutta lacrime,
religione e modi gentili, attraverserà un cambio radicale nella
quarta stagione. Guardare per credere.
La
forza di Hell on Wheels sta nei personaggi, e in particolare in due
aspetti di essi: le relazioni che intercorrono tra di loro e lo
sviluppo che subiscono nel corso delle quattro stagioni finora
realizzate. I personaggi di Hell on Wheels sono tutt'altro che
statici: cambiano mestiere e opinioni, scompaiono per riapparire
sotto altre spoglie, attraversano mutamenti interiori e si ritrovano
coinvolti in situazioni che mai avrebbero immaginato all'inizio
dell'avventura. Pensati, tratteggiati e impersonati con grande
bravura, i personaggi mandano avanti una storia tutto sommato
semplice (la costruzione di una ferrovia) donandole spessore e
mordente, attanagliando lo spettatore che finirà per seguirli con
sempre maggior passione nelle loro lotte quotidiane. Ecco i
personaggi migliori della serie:
Cullen
Bohannon (Anson Mount): un uomo distrutto, un assassino che cerca la
vendetta e la morte. All'inizio Bohannon è la rappresentazione di
chi non ha più nulla per cui vivere, un ex-soldato che ha combattuto
una guerra persa, un vedovo, un alcolizzato. Hell on Wheels gli
salverà la vita e gli farà riscoprire l'amore, restituendogli pian
piano, e non senza un prezzo da pagare, la sua umanità. La ferrovia
diventerà la sua ragione di vita, e per portarla a termine dovrà
ancora sparare e uccidere. Bohannon è anche l'archetipo dell'uomo
condannato a essere violento, l'uomo che cerca di tenersi lontano dai
guai ma che si ritrova sempre e comunque le mani sporche di sangue.
Anson Mount lo impersona con buona perizia, donandogli il suo sguardo
di ghiaccio, il fisico asciutto e il sorrisetto da figlio di buona
donna.
Thomas
Durant (Colm Meany): attore bravo e famoso (L'ultimo dei Mohicani,
Die Hard 2, Con Air tra i film da lui interpretati), Colm Meany si fa
amare nei panni del bastardissimo doppiogiochista Thomas “Doc”
Durant, che come Bohannon vive per il sogno di costruire la ferrovia.
Battute taglienti, modi fini e vestiti costosi, Durant corrompe e
ordina omicidi alla maniera dei faccendieri, salvo prendersi cura
personalmente di ammazzare qualcuno quando la situazione lo richiede.
Il suo rapporto con Bohannon è ambivalente: i due si odiano e si
rispettano, si combattono, cercano di ammazzarsi un casino di volte,
salvo poi rassegnarsi ad ammettere che stanno combattendo la stessa
battaglia. Tutto ciò che li allontana deve cadere davanti all'unica
cosa che li accomuna: la ferrovia, la stramaledettissima ferrovia. La
partita in cui si giocano tutto, e che non possono permettersi di
perdere.
Elam
Ferguson (Common): Common inizia la sua carriera come rapper e si
consacra attore con Hell on Wheels nella parte del duro Elam
Ferguson, un ex-schiavo nero che cerca la sua fortuna nella Union
Pacific. All'inizio, come Cullen, è anche lui una bestia, ma l'amore
per la prostituta Eva lo cambierà. Anche lui ha un sogno, tanto semplice quanto
difficile da realizzare: una casetta, una famiglia, un lavoro onesto.
Fianco a fianco con Bohannon combatterà i nemici della ferrovia,
fino ad avventurarsi con il suo amico in una missione forse troppo
ardua persino per lui. Le due puntate della quarta stagione intitolate “Bear Man”
ed “Elam Ferguson” lo vedono come protagonista assoluto, e sono
tra le più dure, violente, tragiche e belle dell'intera serie.
Thor
Gundersen (Christopher Heyerdahl): Gundersen è norvegese, ma alla
ferrovia tutti lo chiamano “lo Svedese”, cosa che lo manda in
bestia. Lo Svedese è il vero mattatore della serie, un camaleonte
che passa attraverso così tante trasformazioni da perderne il conto.
Inglese stentato, faccia di pietra, occhi spiritati e fisico
possente, Heyerdahl consegna Gundersen all'Olimpo dei personaggi
delle serie TV, assumendosi sulle sue larghe spalle il peso
dell'umorismo in Hell on Wheels. Lo Svedese, infatti, oltre a essere
pazzo da legare, è il personaggio più divertente dello show, un mix
irresistibile di cattiveria pura, follia, idiozia e piani
sgangherati. Gli succede di tutto: scompare, trama nell'ombra, viene
pestato a sangue, muore un sacco di volte, ritorna, cambia abiti, nome e
aspetto, ma mai abbandona il suo obbiettivo: uccidere il fottuto
Bohannon, che odia fin dal primo momento in cui si sono incontrati.
Grande attore, grande interpretazione. Vale la pena di guardare la
serie quasi solo per lui.
Hell
on Wheels sta per giungere al termine. Quest'anno verrà trasmessa la
quinta e ultima stagione, dove il destino della ferrovia e degli
uomini che la costruiscono troverà la sua fine naturale. Serie molto
bella, serie onesta e solida che una volta terminata mi
mancherà. Ne consiglio la visione, non ve ne pentirete,
Ciao e alla prossima!
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