domenica 1 febbraio 2015

Hell on Wheels: blood will be spilled. Lives will be lost. Men will be ruined.

Ciao, oggi si parla di una serie TV di quelle ad alto livello di testosterone, roba per uomini duri, uomini con i jeans, il cinturone e il cappello a tesa larga. Il West è sempre stato una delle mie passioni, e con Hell on Wheels ho trovato una piccola perla, perciò ve ne voglio parlare. Se siete fans delle serie TV probabilmente lo avrete già guardato o ne avrete almeno sentito parlare, in caso contrario potete leggere questo post e farvene un'idea. Vi dico fin da subito che merita, merita parecchio, e non solo perché chi l'ha prodotto aveva già lasciato il suo marchio su Breaking Bad e The Walking Dead. Merita perché è una bella storia con grandi personaggi. Una storia che si lascia seguire e appassiona. Una storia del West americano, un mondo che ancora oggi vanta milioni di fans sempre pronti a saltare sulla sedia davanti alle sparatorie, alle rapine nei saloon e agli assalti ai treni. Ci vuole poco per far contenti noi maschi. Pupe, pallottole e pugni. Se poi c'è anche una trama be', tanto meglio. 


Hell on Wheels è ambientato nell'America post-guerra civile. L'anno è il 1865 e Cullen Bohannon, un ex-soldato confederato, cerca vendetta contro alcuni militari unionisti che hanno ucciso sua moglie. La sua caccia lo porterà a Hell on Wheels, una cittadina vagante che si sposta seguendo la costruzione della prima ferrovia transcontinentale finanziata dalla Union Pacific dell'affarista e politico senza scrupoli Thomas Durant. Hell on Wheels è un posto lercio e pericoloso, pieno di criminali reinventatisi operai, puttane, scampaforca di tutti i tipi, giocatori d'azzardo, killer e quant'altro. Qui Cullen si muoverà per portare a termine la sua vendetta, ma dovrà vedersela con uomini che tentano di mettergli i bastoni tra le ruote in ogni modo. Bohannon,infatti, è il tipo di persona con un talento naturale per farsi dei nemici, e ben presto inizierà a pestare i piedi a varia gente che tenterà di farlo secco. Non solo Durant, ma anche l'ex-schiavo Elam Ferguson, che in seguito diventerà il suo migliore amico. E poi l'ambiguo reverendo Cole, il folle “Svedese”, pellerossa e mormoni, soldati dell'Unione e bounty killers. Con il procedere della storia Hell on Wheels arriverà a Cheyenne, cittadina senza legge scelta per essere uno snodo nevralgico della ferrovia in costruzione. Qui Cullen Bohannon cercherà di realizzare l'unico obbiettivo che gli è rimasto nella vita: portare a termine la maledetta ferrovia, divenuta per lui una vera e propria ossessione.

Ideato e prodotto da Joe e Tony Gayton, Hell on Wheels funziona alla grande sia come puro intrattenimento che come “drama”, riuscendo ad accontentare vari palati. Chi ama le scazzottate e le sparatorie qui ne troverà a bizzeffe, ma anche chi cerca tematiche più profonde non resterà deluso. Hell on Wheels infatti è una storia di caduta e redenzione, la storia di un uomo che ha perso tutto e tenta disperatamente di dare un senso alla propria vita. È anche una denuncia delle barbarie della guerra: Cullen Bohannon è tormentato dalle atrocità da lui perpetrate quando era un soldato, dal pensiero dalle tante vite che ha spento con le proprie mani. La guerra trasforma gli uomini in bestie, e le quattro stagioni della serie TV dedicano un attento e opportuno sguardo al lungo e tormentato percorso di Cullen per recuperare la propria umanità. Hell on Wheels, la sporca e pericolosa cittadina semovente, è una metafora della seconda opportunità che ogni reietto cerca nella propria esistenza: un punto da cui ripartire, una chance di rivalsa, la speranza che ci sia un futuro migliore da qualche parte e che il passato possa essere lasciato alle spalle per sempre. A Hell on Wheels non solo Bohannon, ma molti altri uomini cercheranno la propria strada. Alcuni troveranno una nuova vita, altri solo la morte che da sempre li seguiva come un cane rognoso lungo una strada lastricata di sangue e scelte sbagliate.

La ricostruzione storica di Hell on Wheels è assolutamente fedele, il mondo selvaggio del West ne esce dipinto con vivido realismo. In particolare io ho apprezzato lo sforzo di regalare un quadro complessivo delle decine di razze, culture e popolazioni diverse che nel 1800 convivevano gomito a gomito, non senza problemi. Ci sono gli irlandesi e gli schiavi neri da poco liberati, i sudisti e i nordisti, ci sono i pellerossa che ancora portano avanti la loro guerra senza speranza contro l'uomo bianco che ha invaso le loro terre. Questa gente così diversa si detesta e si teme, ognuno vede nell'altro un potenziale nemico e una minaccia per gli obbiettivi che si è posto. Il taglio narrativo di Hell on Wheels sembra però voler suggerire che l'unico modo per coesistere in un simile casino multiculturale è la collaborazione, lo sforzo di capire il diverso, l'andare oltre le differenze. E infatti le razze si mescolano, in battaglia e sul lavoro come tra le lenzuola, storie d'amore e amicizie nascono tra uomini e donne appartenenti a mondi diversi. Questa è naturalmente la parte più romanzata della storia, ma non risulta quasi mai forzata e anzi aumenta la voglia di seguire gli sviluppi della trama.

Un'attenzione particolare è riservata a i personaggi femminili. In un periodo storico in cui il mondo è dominato dalla violenza degli uomini e dalla legge delle pistole le donne devono tirare fuori le unghie per scavarsi la propria nicchia nella società, specialmente in un posto come Hell on Wheels. Da Eva, la prostituta rapita dai pellerossa, a Ruth, la pia ragazza di chiesa, passando per le belle e cazzute Lily e Jennifer fino alla remissiva Naomi, le femmine di Hell on Wheels si fanno amare dallo spettatore per la loro tenacia, pur risultando forse nel complesso un po' stereotipate. Ma in fondo quello in cui si muovono è un mondo di maschi, un mondo che non lascia loro molta scelta: puttane, mogli o cameriere, così andava la vita ai tempi. Tra le tante, probabilmente il personaggio di Ruth (interpretata da Kasha Kropinski) è quello meglio tratteggiato. Tutta lacrime, religione e modi gentili, attraverserà un cambio radicale nella quarta stagione. Guardare per credere.

La forza di Hell on Wheels sta nei personaggi, e in particolare in due aspetti di essi: le relazioni che intercorrono tra di loro e lo sviluppo che subiscono nel corso delle quattro stagioni finora realizzate. I personaggi di Hell on Wheels sono tutt'altro che statici: cambiano mestiere e opinioni, scompaiono per riapparire sotto altre spoglie, attraversano mutamenti interiori e si ritrovano coinvolti in situazioni che mai avrebbero immaginato all'inizio dell'avventura. Pensati, tratteggiati e impersonati con grande bravura, i personaggi mandano avanti una storia tutto sommato semplice (la costruzione di una ferrovia) donandole spessore e mordente, attanagliando lo spettatore che finirà per seguirli con sempre maggior passione nelle loro lotte quotidiane. Ecco i personaggi migliori della serie:

Cullen Bohannon (Anson Mount): un uomo distrutto, un assassino che cerca la vendetta e la morte. All'inizio Bohannon è la rappresentazione di chi non ha più nulla per cui vivere, un ex-soldato che ha combattuto una guerra persa, un vedovo, un alcolizzato. Hell on Wheels gli salverà la vita e gli farà riscoprire l'amore, restituendogli pian piano, e non senza un prezzo da pagare, la sua umanità. La ferrovia diventerà la sua ragione di vita, e per portarla a termine dovrà ancora sparare e uccidere. Bohannon è anche l'archetipo dell'uomo condannato a essere violento, l'uomo che cerca di tenersi lontano dai guai ma che si ritrova sempre e comunque le mani sporche di sangue. Anson Mount lo impersona con buona perizia, donandogli il suo sguardo di ghiaccio, il fisico asciutto e il sorrisetto da figlio di buona donna.

Thomas Durant (Colm Meany): attore bravo e famoso (L'ultimo dei Mohicani, Die Hard 2, Con Air tra i film da lui interpretati), Colm Meany si fa amare nei panni del bastardissimo doppiogiochista Thomas “Doc” Durant, che come Bohannon vive per il sogno di costruire la ferrovia. Battute taglienti, modi fini e vestiti costosi, Durant corrompe e ordina omicidi alla maniera dei faccendieri, salvo prendersi cura personalmente di ammazzare qualcuno quando la situazione lo richiede. Il suo rapporto con Bohannon è ambivalente: i due si odiano e si rispettano, si combattono, cercano di ammazzarsi un casino di volte, salvo poi rassegnarsi ad ammettere che stanno combattendo la stessa battaglia. Tutto ciò che li allontana deve cadere davanti all'unica cosa che li accomuna: la ferrovia, la stramaledettissima ferrovia. La partita in cui si giocano tutto, e che non possono permettersi di perdere.

Elam Ferguson (Common): Common inizia la sua carriera come rapper e si consacra attore con Hell on Wheels nella parte del duro Elam Ferguson, un ex-schiavo nero che cerca la sua fortuna nella Union Pacific. All'inizio, come Cullen, è anche lui una bestia, ma l'amore per la prostituta Eva lo cambierà. Anche lui ha un sogno, tanto semplice quanto difficile da realizzare: una casetta, una famiglia, un lavoro onesto. Fianco a fianco con Bohannon combatterà i nemici della ferrovia, fino ad avventurarsi con il suo amico in una missione forse troppo ardua persino per lui. Le due puntate della quarta stagione intitolate “Bear Man” ed “Elam Ferguson” lo vedono come protagonista assoluto, e sono tra le più dure, violente, tragiche e belle dell'intera serie.

Thor Gundersen (Christopher Heyerdahl): Gundersen è norvegese, ma alla ferrovia tutti lo chiamano “lo Svedese”, cosa che lo manda in bestia. Lo Svedese è il vero mattatore della serie, un camaleonte che passa attraverso così tante trasformazioni da perderne il conto. Inglese stentato, faccia di pietra, occhi spiritati e fisico possente, Heyerdahl consegna Gundersen all'Olimpo dei personaggi delle serie TV, assumendosi sulle sue larghe spalle il peso dell'umorismo in Hell on Wheels. Lo Svedese, infatti, oltre a essere pazzo da legare, è il personaggio più divertente dello show, un mix irresistibile di cattiveria pura, follia, idiozia e piani sgangherati. Gli succede di tutto: scompare, trama nell'ombra, viene pestato a sangue, muore un sacco di volte, ritorna, cambia abiti, nome e aspetto, ma mai abbandona il suo obbiettivo: uccidere il fottuto Bohannon, che odia fin dal primo momento in cui si sono incontrati. Grande attore, grande interpretazione. Vale la pena di guardare la serie quasi solo per lui.

Hell on Wheels sta per giungere al termine. Quest'anno verrà trasmessa la quinta e ultima stagione, dove il destino della ferrovia e degli uomini che la costruiscono troverà la sua fine naturale. Serie molto bella, serie onesta e solida che una volta terminata mi mancherà. Ne consiglio la visione, non ve ne pentirete,

Ciao e alla prossima!

 

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